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Interviste

Letizia Fuochi: “Chavela Vargas risuona con me”

29 dicembre 2020 by Michele Manzotti in Interviste

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Pagina Facebook Letizia Fuochi

E’ in attività ormai da tempo, ma ha voluto essere parsimoniosa nella sua attività discografica. La cantautrice fiorentina Letizia Fuochi è stata sempre molto attenta a concretizzare le incisioni (e gli spettacoli al tempo stesso), realizzandole solo quando nasce un progetto ben preciso. E’ il caso di quest’anno con l’uscita di Fuegos Y Chavela, stampato dalla Materiali Sonori, ispirato dalla figura dell’artista messicana Chavela Vargas. Al disco è accompagnato un concerto dal vivo che dal Circolo Rigacci di Firenze sarà trasmesso alle ore 21 del 29 dicembre sulle pagine Facebook e sul canale Youtube della Materiali Sonori (dove resterà visibile in un secondo tempo): Letizia Fuochi, accompagnata da Francesco Frank Cusumano (chitarra), Oretta Giunti (percussioni) ed Ettore Bonafé (percussioni), intreccerà le sue canzoni di cantautrice con quelle di interprete.

Ci può presentare il personaggio di Chavela Vargas?

E stata una grande “cantora” e una sciamana, nata nel 1919 e scomparsa nel 2012. La sua vita è stata di un’intensità quasi accecante. Non a caso c’è un frase che io uso sempre (ed è il filo conduttore del live), in cui lei dice è indispensabile rompersi l’anima per poter volare. E’ una donna che ha avuto nella sua vita grandissimi amori e immense solitudini proprio perché lei non ha mai potuto tradire la propria autenticità. Non a caso il personaggio che le è stato più vicino negli ultimi 25 anni della sua vita è stato Pedro Almodovar, che ha sempre inserito nei suoi film le canzoni di Chavela nei suoi film. La definiva come una presenza silenziosa che si inserisce perfettamente dentro la sceneggiatura della pellicola. E Chavela ha un potere magico che lui aveva colto, dicendo che essere autentici significa riuscire ad assomigliare al sogno che abbiamo di noi stessi. In pratica Chavela Vargas è stato un punto di riferimento perché non era una combattente o una donna in prima linea: lei è stata se stessa ma non l’ha fatto perché devota a una causa come altri personaggi che io ho affrontato nella mia carriera, e che avevano l’impegno come risvolto. Ha fatto la sua rivoluzione culturale rimanendo se stessa.

Il repertorio come è stato costruito e quale è stato il filo conduttore al suo interno?

In questo caso le scelte sono state diverse fra il disco e l’esibizione dal vivo. Nel primo ho inserito canzoni che secondo me riuscivano a esprimere l’anima di Chavela e che più si avvicina al mio modo di essere. Quindi è stata una scelta fatta allo specchio: in questi brani io non mi sento solo interprete, ma in qualche modo anche autrice perché a mia volta cerco attraverso la vocalità di portare una parte della mia personalità. E’ come se Chavela mi avesse teso le mani, facendomi scoprire alcune parti di me, che io ripropongo con la musica. Così la scelta è stata molto semplice e ho voluto ricreare la pulizia delle canzoni come quando venivano suonate nelle cantine con due chitarre e percussioni. Il lavoro è stato tutto sulla voce affiancata dalla maestria di Francesco Frank Cusumano e di Ettore Bonafé nel disco. Dal vivo ci sarà anche Oretta Giunti che non ha partecipato all’incisione, ma la sua presenza c’è sempre stata e musicalmente lo considero un progetto a quattro.

Quale sarà la peculiarità del concerto?

Ho deciso di proporre cinque canzoni dal disco e cinque mie tratte da altri repertori proprio per continuare nell’intreccio tra ciò che sono io e ciò che sento in Chavela. All’interno ci sono presenze come quella di Federico Garcia Lorca che da sempre ha fatto parte di me, sin dalla gioventù fino al mio essere donna oggi. La stessa presenza che è stata fondamentale per Chavela Vargas, che nel 2011 ha pubblicato “La luna grande”, omaggio a Garcia Lorca. Poi devo ringraziare Claudia Ceville che ha curato le riprese, l’audio curato da Fonen e il Circolo Rigacci, un luogo resistente dove la memoria storica viene tutelata. Quest’ultimo è uno dei nostri scopi insieme alla continuità delle emozioni e lo sguardo propositivo di personaggi che ci insegnano, nei momenti difficili, che è indispensabile costruire.

La luna è presente anche nella copertina del disco…

L’elemento lunare, che è di grande femminilità, è espressa nella splendida copertina di Irene Dati. Abbiamo cercato di descrivere il mistero e la femminilità, lasciando un’essenza un po’ sciamanica. Chavela diceva sempre che la Llorona (una leggenda famosa) è una donna trasformata in luna. Raccontando quella leggenda spiega che la luna illumina la notte, che ci mostra nel buio la strada e la llorona è colei che ci consola nelle tenebre. Un discorso totalmente al  femminile sia perché l’interprete è una donna, i soggetti a cui si rivolge sono donne e la luna è la simbologia femminile per eccellenza con le influenza sulla terra e le maree. Vorrei che questo viaggio complesso emergesse con l’album, in cui canto di personaggi che si spostano nel mondo latino americano grazie alla mondo popolare e anche quello colto al tempo stesso.

Michele Manzotti

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