(People editore)
www.peoplepub.it
Pagg. 144, Euro 15
Da una parte il piatto del giradischi, dall’altra la cuffia con il simbolo di Spotify. In mezzo la storia dell’industria musicale che si è dovuta adeguare (e non sempre con successo) dal formato fisico fatto di vinile e plastica a quello liquido, digitale. Così Roberto Razzini, professionista del settore e da trent’anni dirigente della Warner Chappell edizioni musicali, racconta in Dal vinile a Spotify questa evoluzione temporale. Un percorso che ricostruisce la fabbrica dei successi di pari passo con l’evoluzione della tecnologia e la nascita della rete, e le sue conseguenze sull’industria musicale. Certo, le parti relative agli anni dove il formato fisico dettava legge sono le più avvincenti, dato che si parla di un mondo fatalmente in crescita. E quindi si rimane piacevolmente coinvolti anche nel leggere nomi di grandi artisti. Anche le pagine che si avvicinano ai nostri tempi vanno lette con attenzione, proprio per il senso di sfida nei confronti di un mondo che cambia, con diritti più difficili da ottenere dalle grandi piattaforme digitali. Ma la musica fatalmente (e fortunatamente) rimane protagonista. Su come, lo scoprirete solo leggendo.
Michele Manzotti
Tagged discografia, Roberto Razzini