Tuohi Records
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Una pausa, c’è chi la fa volontariamente, c’è chi invece l’ha fatta per causa di forza maggiore, come tanti, tutti (?) per la recente vicenda umana. Anche Erja Lyytinen per il secondo motivo si è presa una pausa, dove ha avuto il tempo di pensare, riflettere, riorganizzarsi, di ascoltare svariati chitarristi per migliorare le sue doti e acquisire più abilità. Questo disco, il sedicesimo in vent’anni, lo ha iniziato durante la forzata pausa. “In un certo senso questo è stato probabilmente il mio album più facile. Avevo fatto un sacco di pre-produzioni prima di entrare in studio (…) devo dire che non sono mai stata così soddisfatta del risultato come adesso”. La chitarrista finlandese non è una blueswoman nel senso più stretto del termine, e rispettiamo l’apprezzamento di Guitar Play Magazine (USA) che l’ha scelta come una dei dieci chitarristi che mantengono vivo il blues per una nuova generazione di musicisti, anche se il suo principale orientamento è stato la musica rock, fin da bambina attraverso la passione della madre, ha assimilato i dischi dei Led Zeppelin, Deep Purple, Black Sabbath, Uriah Heap, ecc, dunque una volta presa in mano la chitarra elettrica con il tempo le è venuto naturale muoversi su un terreno più ghiaioso dove ha incontrato certamente anche il blues, assediandolo però con scariche elettriche. Erja Lyytinen ha voluto realizzare questo nuovo capitolo discografico con delle certezze, se lo è prodotto, lo ha registrato nella sua Helsinki, e ha fortemente voluto che fosse un disco della band, pensiamo dunque totale condivisione e non solo musicisti in appoggio, Iiro Laitinen batteria, Tatu Back basso, Harri Taittonen tastiere. La colonnina del termometro inizia da subito ad alzarsi con la prima traccia, “Bad Seed”, dove sovrappone il suono di due sue chitarre elettriche, una suonata tradizionalmente e l’altra con l’uso dello slide. La Lyytinen ha avuto una particolare attenzione per alcune tematiche, un esempio è “Last Girl”, puro rock anni 80 dove tratta del bullismo nelle scuole. La condizione elettrica è costante, qua e là qualche concessione a una linea pop, “Run Away”, mentre la title track è un ricordo doloroso per la perdita di alcuni amici causa una lunga malattia, traccia costruita sia nella parte di canto, che da un lungo assolo che conduce a sovrapposizioni ancora di chitarre, il tutto armonicamente ben fatto. Segnaliamo anche il rock-blues più marcato, Diamonds On The Road, e la ballata, “The End Of Music” dal sapore southern rock e registrata dal vivo in studio.
Silvano Brambilla
Tracce
Bad Seed
Last Girl
Run Away
Love Bites
Diamonds On The Road
Waiting For The Daylight
You Talk Dirty
Never Really Had You
The End Of Music
Tagged Erja Lyytinen, rock blues