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Searching for Sugarman è un documentario dedicato alla storia di Sixto Rodriguez, cantautore della Detroit degli anni Sessanta che pubblicò due soli album, “Cold Fact” (1970) e “Coming from reality” (1971). All’epoca i dischi, usciti per l’etichetta Sussex, vennero praticamente ignorati dal pubblico americano. L’etichetta, in coda all’insuccesso del secondo album, licenziò Rodriguez, che da allora si dedicò ad una vita completamente diversa e lontana dalla musica.
Proprio dove sembra concludersi la storia di un fallimento, però, prende vita la storia di un successo che ha dell’incredibile. E’ la storia raccontata in modo affascinante e commovente da Searching For Sugarman, documentario realizzato dal regista svedese Malik Bendjelloul e vincitore di una serie di premi in tutto il mondo che culminano con l’Oscar per il miglior documentario.
Il film è prodotto da Simon Chinn, già produttore di un altro documentario da Oscar come Man on Wire di James Marsh.
Mentre Rodriguez abbandonava la carriera di musicista negli Stati Uniti, una copia del suo disco, forse originale o forse bootleg, arrivava in Sud Africa.
Velocemente passava di mano in mano, risuonando nelle case della giovane borghesia bianca, diventando emblema della ribellione e della lotta all’apartheid.
In un paese dove la censura graffiava i dischi in vinile con una punta affinché fosse impossibile ascoltare le canzoni ritenute inopportune, brani come The Establishment Blues, Sugar Man, I Wonder, divennero il simbolo della lotta al sistema. Li conoscevano tutti. Si dice che Rodriguez fosse più famoso di Elvis. Con una particolarità: tutti conoscevano la sua musica, ma nessuno conosceva Rodriguez.
Non c’è da sorprendersi che dall’America, dove era totalmente ignorato, non arrivasse nessuna informazione su di lui. Rodriguez in Sud Africa era una celebrità di cui tutto ciò che si conosceva erano una manciata di canzoni e una foto sulla copertina di “Cold Fact”.
Da qui nasce la storia di due fan sudafricani che alla fine degli anni Novanta si mettono ad indagare sulla vera storia di Rodriguez, partendo dal niente. Dai testi, dal mito, dalle leggende sulla sua morte. Non solo scoprono con sorpresa che è vivo e vegeto, ma lo ritrovano.
Dal punto di vista di Rodriguez è la storia emozionante di un successo meritato, mancato e ritrovato quando ormai nessuno se lo aspettava più, Rodriguez in primis.
È la quintessenza dell’immaginario rock che questa volta non veste panni appariscenti, ma quelli di un uomo semplice. Rodriguez fa l’operaio, da un giorno all’altro scopre che dall’altra parte del mondo riempie i palasport ma quando torna a casa riprende a fare ciò che ha sempre fatto: l’operaio. E’ una storia bellissima che ha per colonna sonora le canzoni, altrettanto belle e tutte da riscoprire, di Rodriguez, raccontata in modo da tenere lo spettatore incollato allo schermo per 90 minuti.
Ma non finisce qui, perché la storia ne nasconde un’ altra, allo stesso modo affascinante: quella di Stephen ‘Sugar’ Segerman e Craig Bartholomew Strydom, i due pazzi che senza nessun indizio, analizzando linea per linea i testi delle canzoni, si mettono in testa la sfida impossibile di ritrovare Rodriguez. E ce la fanno. Come per Rodriguez scoprire che non era stato tutto un flop, questo è il loro lieto fine.
È un film che ti cambia la giornata. In Italia è arrivato in distribuzione in anteprima nel giugno 2013 e poi nel settembre 2013 tramite varie iniziative mirate in diverse città italiane. Sul grande o sul piccolo schermo, alla prima occasione utile, trovatelo. È distribuito in Italia da Unipol Biografilm Collection in collaborazione con Feltrinelli Real Cinema (che curerà la distribuzione in home video) e Sky Arte HD.
Giulia Nuti
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