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I Shot a Man – Dues

20 marzo 2024 by Silvano Brambilla in Dischi, Recensioni

Bloos Records
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Il nome del gruppo già di per sé intriga, fa riflettere. Su altre pagine, quando uscì il primo disco, Gunbender (2019), non potemmo fare a meno di pensare al compianto e sottovalutato Jimmie Lee Robinson, che in un altro suo ottimo disco, Guns, Gangs and Drugs, è presente un pezzo dal titolo, Parcham Farm (I Shot A Man), un blues inquietante, vero nella sua essenza. Gli I Shot a Man, da Torino, Manuel Peluso voce e chitarre, Domenico De Fazio chitarre e voce, Simone Pozzi percussioni e voce, anche con questo nuovo disco, continuano ad avere ben radicato nella loro espressività, quella ostinazione di riprendere il blues dalle origini e suonarlo come se fosse nato oggi (dichiarazione dalle note). Se il loro valore stilistico non è forzatamente mainstream, lo è stato, ed è, giocoforza, per quello promozionale, festival, locali, International Blues Challenge, grazie al quale nel 2022 partecipano alle finali internazionali a Memphis, imperdibile occasione per fare un lungo viaggio nel profondo sud e calarsi nei meandri del blues. A loro dire, il titolo, Dues, ha una doppia interpretazione, “due” come a sottolineare che è il secondo disco, ma potrebbe essere tradotto anche come “debiti”, come quelli in senso artistico, verso chi li ha preceduti, “pay the dues”. Con questo disco gli I Shot A Man hanno risolto egregiamente il dovuto, senza minimamente toccare la loro visione di un suono spontaneo, puro nella dialettica elettrica, concretizzando le loro visioni, salendo sulle hills del nord dello Stato del Mississippi, per poi spingersi fino a qualche sperduto juke joint, mettere piede in qualche oscuro luogo urbano, e farsi avvolgere dal vento del deserto subsahariano fra Mali e Algeria nel territorio dei musicisti tuareg. Dues è l’eccellente descrizione di come dovrebbe essere oggi l’originalità nel blues, escludendo la parte sorniona e scontata imposta da dubbie leggi di mercato. Dieci tracce, inclusa una sola cover, Moanin’ At Midnight di Howlin Wolf, storie vere o immaginarie tutte da ascoltare e menzionare, come facente parte di un dizionario del blues, edizione aggiornata all’oggi. Uno dei dischi dell’anno? Sì! P.S. per dovere di informazione nel disco sono presenti ospiti che hanno contribuito alla riuscita del disco: Tom Newton armonica/ voce, Alice Costa e Ilaria Audino- voci, Simone Scifoni e Manuel Volpi – pianoforte.

Silvano Brambilla

 

Tracce

 

Arnold Wolf

Moanin’ At Midnight

Contemplation Blues

Desert Room

Left Eye

Annie Goodheart

Thieves

Roll And Flow

Spazio 50

Billboards

 

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