(Moonjune) www.moonjune.com www.micheldelville.com
Un tema iniziale con i sassofoni in primo piano tanto accattivante e grintoso da far pensare a Theme One dei Van Der Graaf Generator. È proprio così, con il brano Detox Gruel, che la band belga The Wrong Object ci dà il benvenuto nelle sonorità del loro nuovo lavoro, After The Exhibition. E’ sufficiente questo incipit per trasmettere la sensazione di trovarsi di fronte ad un gran bel disco, impressione la cui conferma non si fa attendere.
Guidati dal chitarrista Michel Delville, The Wrong Object recuperano la tradizione del jazz-rock, del progressive, del Canterbury Sound, interpretandola in chiave moderna e con una distintiva cifra di originalità.
La formazione in questo album, rinnovata rispetto al passato, è composta, oltre che da a Michel, da Antoine Guenet a tastiere e voce, Marti Melia a sassofoni e clarinetto, Laurent Delchambre a batteria e percussioni, Pierre Mottet al basso, Fançois Lourtie a sassofoni e voce.
The Wrong Object strizzano l’occhio a Nucleus e Soft Machine, ma non disdegnano divagazioni tra Miles Davis, Frank Zappa e Béla Bartók. Amano l’improvvisazione, ma la gestiscono con intelligenza, così che nessun brano suoni mai scontato. Alla base di ogni pezzo c’è sempre uno spunto interessate, sempre un’idea.
Si comincia con la già citata Dextor Gruel, seguita da Spanish Fly, in cui ad una rilassata introduzione di pianoforte fa subito da contrappunto un tema di sassofoni per poi, a metà brano, lasciare campo libero alle ottime chitarre di Delville. Yantra sorprende con il suo tema d’apertura melodico e ben costruito e l’intervento di vibrafono di Benoît Moerlen, presente come ospite su cinque delle undici tracce. Frank Nuts si apre invece con un contrappunto per strumenti a fiato che sembra rifarsi a certi brani di classica del Novecento. E’ poi la volta della più libera trilogia di Jungle Cow, brano in tre parti. Per chi crede che le sorprese siano finite, è la volta di stupirsi ancora, con l’inedita presenza della voce su Glass Cube, brano che dà il giusto slancio per la parte finale dell’album.
Restano da menzionare il sound, gustoso e curato, e l’abilità tecnica e strumentale, che per la band è da sempre un fiore all’occhiello. Ottimo album che non poteva che trovare casa presso l’etichetta Moonjune.
Giulia Nuti
Tracklist Detox Gruel Spanish Fly Yantra Frank Nuts Jungle Cow, Part 1 Jungle Cow, Part 2 Jungle Cow, Part 3 Glass Cubes Wrong But Not False Flashlight Into Black Hole Stammtisch
Tagged Canterbury, jazz, jazz-rock, Michel Delville, Moonjune, progressive