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Eneide di Krypton – un nuovo canto, Teatro Studio, Scandicci, 9 maggio 2014

10 maggio 2014 by pdb in Concerti, Recensioni

www.compagniakrypton.it

foto Mencari concesse da ufficio stampa Krypton

La musica ‘sintetica’ degli anni ’80 riuscì a raccontare il poema epico di un eroe antico, che però non stonava con il ritmo  rock. Elettronica, atmosfere psichedeliche e una poesia  solo strumentale. Fu cantata così l’Eneide di Virgilio da una gruppo di giovani artisti sperimentali, i Krypton. Siamo nel 1983 al Variety di Firenze, quando la scena musicale della città è in pieno fermento. La colonna sonora di questo canto tanto tecnologico quanto classico fu affidata ai Litfiba, che da lì a poco avrebbero scalato il successo. Dopo trent’anni l’immortalità di un testo solenne riscopre la sua  contemporaneità attraverso frontiere digitali e il ritorno della parola. Al  Teatro Studio di Scandicci  è andata in scena ‘Eneide di Krypton – un nuovo canto’. Giancarlo Cauteruccio ha dato voce ai versi di Virgilio. Questa volta hanno calcato le scene anche il cantore dei Krypton e i musicisti, una parte della formazione dei Litfiba, Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi, con la partecipazione di Francesco Magnelli e la voce di Ginevra di Marco. Tastiere, basso e voce. Non si è cercato un semplice revival ma è stato riformulato un concerto spettacolo. Il testo poetico torna al centro. Non c’è più bisogno di una provocazione solo sonora. Adesso l’emergenza più immediata è educare, non rivoluzionare.

 

 

Questi artisti, a distanza di trent’anni, raccontano una poesia che non ha più paura di essere definita dalle parole. Enea, sbarcato in terra straniera come oggi tanti immigrati, trova l’accoglienza di Didone. Eros, fuoco, morte, rinascita si uniscono nei giri ipnotici della new wave.  I quadri scenici catturano lo spettatore e lo guidano in maniera magnetica in una dimensione in 3D, ora ‘cartoon’ ora costruzione digitale. La tempesta di Turno rompe la quarta parete del palcoscenico. Il laser, la musica, la voce evocativa di Cauteruccio Enea-narratore sommerge  la platea. Poi di nuovo  il delirio elettronico del fuoco e dell’amore. Quindi la battaglia finale. Cauteruccio combatte solo in scena, tra i video che riproducono il movimento in fibrillazione di un Enea-‘Gig robot d’acciacio’ e l’intermittenza ‘disco’ di un laser fucsia. La vera guerra la combattono in consolle i musicisti, con l’ultima lunga sessione musicale. Il suono torna ad essere l’essenza totale del canto, così perfettamente anacronistico da convalidare il paradosso in versione virtuale di un nuovo eroe epico smarrito in solitudine nella battaglia, forse più vicino a Don Chisciotte che ad un conquistatore. La paura di essere risucchiati dal passato è stata confessata da tutti i protagonisti. Ma ha vinto la consapevolezza di poter dire ancora qualcosa di nuovo.

Laura Tabegna

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