(Bajun Records / Irma)
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Dai Saluti da Saturno al progetto Vinsanto. Il faentino Bruno Orioli, già collaboratore di musicisti quali Vinicio Capossela e Arto Lindsay, ha messo nero su bianco un viaggio, come spiega lui stesso, ”nato tra la spiaggia bianca e la Via Emilia, in un’ansa imprecisata della paludosa Statale 253″. Infine per condividerlo con gli ascoltatori ha inciso dieci brani (una sola cover dove il proprio testo è su musica di Lee Hazlewood). E’ un album che si fa ascoltare volentieri. E che ha anche il pregio di lasciare la voglia di ricominciare dalla prima traccia per scoprire altri particolari e magari farsi entrare una melodia in testa. Perché è proprio la ricerca della melodia da abbinare a testi ben costruiti la caratteristica della scrittura di Vinsanto. Citiamo innanzitutto l’iniziale Semi dal ritmo di bossanova, il beat psichedelico di Un vero eroe non la fa mai controvento, il tex-mex di Free Italia, il country di Canzone di Scimmie fino alla conclusiva traccia titolo impreziosita dall’Hammond di Mattia Dulcani e dalle chitarre di Antonio Gramentieri. Che se fosse stata incisa in America farebbe parte dell’alt country, ma resta una bella canzone italiana dalla testa ai piedi.
Michele Manzotti
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