www.jigsawprods.com/alex-gibney
Mettete insieme un regista premio Oscar come Alex Gibney e un coproduttore come Mick Jagger. Se poi il soggetto è James Brown possiamo dire tranquillamente che Mr Dynamite è un titolo azzeccato al di là che fosse il soprannome della star di Augusta, Georgia. Perché nelle oltre due ore di pellicola (presentata in anteprima italiana al Festival dei Popoli di Firenze) si percepisce il ritmo, l’energia e la creazione di un suono che ha conquistato dapprima gli Stati Uniti e poi il mondo. E che vede il cantante attorniato da musicisti che hanno contribuito alla nascita di quella sonorità e quindi del personaggio. The Rise of James Brown, appunto l’ascesa di Brown, racconta come un ragazzo di colore senza mezzi e cresciuto nel bordello gestito dalla zia, riesca a diventare non solo una star del soul, ma anche un’icona dell’orgoglio nero. La sua fama si fonde con le lotte per i diritti civili di Martin Luther King, con la marcia in mezzo al Mississippi dell’attivista James Meredith, con la candidatura alla presidenza Usa del democratico Hubert Humphrey poi sconfitto da Richard Nixon. Alla politica si aggiungono i racconti musicali di tanti testimoni a partire da Jagger, ai compagni sul palco Bobby Bird, i fratelli Melvin e Maceo Parker, Fred Wesley, Clyde Stubblefield, Martha High, Bootsy Collins e tanti altri. Una vicenda attraverso i grandi concerti dal vivo, tra cui quello di Boston che servì a placare gli animi dopo la morte di Luther King, le incisioni dal singolo di successo Please, Please, Please all’album dal vivo registrato all’Apollo, fino alla conquista del pubblico bianco grazie all’Ed Sullivan Show in tv. In mezzo lui, con le sue grandezze ma anche con i suoi difetti, e soprattutto con un’eredità musicale ancora viva e vegeta.
Michele Manzotti
Tagged Alex Gibney, James Brown, Mick Jagger, Mr Dynamite, Soul