(Alfredo Lo Faro produzioni)
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Quando ci si trova di fronte a un cofanetto del genere bisogna maneggiarlo con cura. Perché innanzitutto non si tratta di un’antologia di editi come quasi sempre in casi analoghi. Poi perché parliamo di un musicista di 26 anni, età in cui si tende a fare uscire progetti singoli. Quindi, dato che si tratta del sassofonista Francesco Cafiso, bisogna dimenticare che lo stesso musicista è stato un ragazzo prodigio con tutto ciò che questo termine si porta dietro. E’ il presente che interessa l’appassionato di jazz, ma riteniamo che sia lo stesso anche per Cafiso che decide di pubblicare tutto insieme i frutti di un lavoro durato tre anni. Tre come i dischi del cofanetto. Tre come il titolo. E qui non si tratta di ricominciare da tre, ma di sottolineare altrettanti aspetti di una storia e di una vocazione musicale. A partire dal primo Cd del gruppo, Contemplation, un viaggio attraverso una spiritualità vestita con molta sonorità (33 musicisti della London Symphony Orchestra oltre ad altri solisti). Per passare a La banda, un album dove vengono recuperate le radici della propria terra di Sicilia. Arrivando infine a 20 cents per note, in cui si recupera l’atmosfera di un combo jazzistico tradizionale, in questo caso quartetto sax-piano. Un aspetto che tocca subito cuore e cervello dell’ascoltatore abituale del genere con brani come Playin’ for Tips, Arturo’s Bull, Saying Hello to Someone, in cui si mostra un bop maturo con un tocco di senso dell’umorismo nel dialogo tra gli strumenti. La banda contiene alcuni di questi caratteri ma li sviluppa non tanto in senso etnico quanto in una ricerca di melodia e ritmi che danno un senso quasi teatrale alla musica. Come in Dominaciones, negli accordi di Mons Gibele, nella traccia titolo e nei preludi a essa connessi, nella cantabilità di Scenario. Ma ciò che guarda maggiormente al futuro sono le creazioni di Contemplation dove la ricerca si posa sulle basi solide della scrittura orchestra + ensemble. E qui possiamo citare l’iniziale In front of the wall, le armonie e il ritmo della traccia titolo, lo sviluppo melodico di Not White Anymore, le figurazioni di Drafts. In tutto ciò il sax alto del protagonista viaggia a colpo sicuro con il supporto di musicisti di livello (ricordiamo la presenza costante del pianista Mauro Schiavone). Definire come un punto di arrivo il cofanetto di un musicista ancora giovane anagraficamente è sicuramente improprio. Ma capire cosa può fare un musicista di talento è sempre importante. Ed è confortante sapere che l’avvenire è ancora dietro l’angolo.
Michele Manzotti
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