(Bloos Records)
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Se il passaggio tra febbraio e marzo è uno dei periodi più criptici dell’anno, sospeso tra grigi scampoli di inverno e avvisaglie di una stentata primavera, è difficile pensare ad un momento migliore per l’uscita di “Alive”, l’ultimo lavoro di Simone Scifoni aka Slim per la Bloos Records. Attraverso tredici affreschi di folk intimista il musicista romano (di cui Slim è uno di vari alter-ego) dipinge il proprio personale tributo alla Pioggia ed ai suoi mood. I colori sono quelli suggeriti dalle tavolozze di gente crepuscolare come Iron & Wine o Bonnie Prince Billy – colori che Slim fa propri grazie ad una peculiare scrittura, unita ad una saggezza musicale di tutto rispetto: non è solo la caratura di Slim come polistrumentista ad impressionare (Scifoni compare qui con i più disparati strumenti a corda e diverse percussioni, avvalendosi dei contributi di Luca Pisanu al basso, Lorenzo Mancini al contrabbasso, Denis Fattori al flicorno), ma anche la capacità di mantenere un perfetto equilibrio degli elementi in gioco, ritmici e melodici, in un quadro sonoro di impeccabile chiarezza. Ne sono esempi – agli estremi di un ideale spettro acustico – la title track iniziale “Alive” (che ci ricorda perché amiamo ancora così tanto J.J. Cale) ed il raga lisergico di “Farewell Letter”, sospeso magistralmente tra oriente ed occidente. In mezzo spicca un gioiello particolare, la riuscitissima rilettura corale di “Pay Day” (unica cover di tutto l’album) di quel maestro di eleganza che fu Mississippi John Hurt. “Alive – Easy Songs for Rainy Days” è un disco profondamente raffinato eppure immediato, il regalo ideale da scartare prima di mettersi in cammino, non importa se con la pioggia o con il sole.
Pietro Rubino
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