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Recensioni

Alessandro Lanzoni – Diversions

14 maggio 2016 by Michele Manzotti in Dischi, Recensioni

(Cam Jazz)
www.alessandrolanzoni.com

Se un musicista vince il Top Jazz è giusto che guardi avanti. Così il fiorentino Alessandro Lanzoni, liberatosi momentaneamente dalla formazione in trio, si è messo in gioco per un album di piano solo. Una sfida con sé stesso e verso un pubblico di potenziali ascoltatori sempre meno disposti a fermarsi per oltre 40 minuti per apprezzare o meno un lavoro di questo genere. Per interpretare undici tracce (nove originali e due standard) Lanzoni ha dovuto tirare fuori molte cose dal suo armadio di musicista. Si è tirato su le maniche e ha lavorato molto sulla melodia, riprendendo le lezioni di grandi autori di canzoni, del bop, ma anche della classica che ha respirato sin da ragazzo (Alessandro è figlio d’arte).  Una caratteristica che si nota sin dall’iniziale Traces of Life, che prosegue in Invisible Epidemy con echi di Mussorgski e che trova nella traccia titolo uno sviluppo più ampio con la melodia composta e ricomposta più volte. E poi il ricordo dello stile di Brubeck nell’ottima Composition con la celesta, Xenya dove Lanzoni affronta il violoncello (in modo eccellente) e Pleasant Time dove fa capolino Stravinskij. Vale la pena fermarsi 40 minuti per ascoltare questo disco. Una produzione realizzata con il sostegno del Progetto 100 Band all’interno di Giovanisì della Regione Toscana.

Michele Manzotti

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