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Se il rock ha avuto un’evoluzione importante, è stato anche grazie a loro. The National, rappresentano infatti un esempio (sempre più raro) di musica di alto livello con una forte connotazione originale. E tutto ciò nonostante influenze che sono ben presenti nel loro linguaggio (da Nick Cave a The Smiths). La band guidata da Matt Berninger alla voce è completata da due coppie di gemelli Aaron Dessner (basso e piano), Bryce Dessner (chitarra), Scott Devendorf (chitarra), Bryan Devendorf (batteria). Con Scott parliamo in occasione dell’unica data italiana a Pistoia Blues.
Arrivate alla data di Pistoia senza un disco nuovo da promuovere. Ovviamente la prima domanda è dedicata ai brani che proporrete…
«Sicuramente il repertorio per cui i fan ci conoscono, questo è scontato. Però stiamo preparando anche delle nuove canzoni. Di queste ne presenteremo alcune, ma la scaletta sarà decisa anche in base a come si evolve la serata. In questo c’è la risposta del pubblico, che avrà così la fortuna di trovarsi in una condizione di verginità per quanto riguarda l’ascolto».
Non siete stati fermi e tramite Aaron e Bryce Dessner avete prodotto un cofanetto di cinque cd dedicato ai Grateful Dead, «Day of the Dead», con la presenza di tanti artisti. Cosa vuol dire il marchio e la figura Grateful Dead per una formazione americana di oggi?
«E’ ancora molto importante. Come formazione non potevamo non prendere in considerazione un pezzo di storia della musica americana. Per noi stessi è stato un suono di grande popolarità. Così quattro anni fa abbiamo iniziato a lavorare sul progetto e piano piano abbiamo coinvolto tanti amici. La soddisfazione è aumentata dal fatto che i proventi del disco vanno in beneficenza».
L’album «Trouble Will Find Me» del 2013 è stato nominato al Grammy come miglior album di «alternative rock». Non trova, dopo anni di attività e successi, che questa sia una definizione riduttiva?
«Forse si definisce come alternativo tutto ciò che abitualmente non nasce per andare necessariamente nelle playlist delle radio. Noi ovviamente vogliamo andare in radio, ma al tempo stesso il nostro obiettivo non è fare qualcosa costruito per i format radiofonici. Ma alternativo in musica a volte è sinonimo di indipendente, e questo è un termine corretto per quanto ci riguarda».
Ha parlato di pezzi nuovi, lavorate su un album di originali?
«Non necessariamente. Faremo prima o poi un disco, questo è sicuro, ma non abbiamo la pressione tipica di chi ha una data di scadenza. Come dicevo prima stiamo anche testando sugli spettatori la risposta delle canzoni che stiamo comunque registrando dal vivo».
Siete già venuti in Italia. Come vi trovate da un punto di vista musicale e cosa pensate del nostro pubblico?
«Da voi ci è sempre andata bene!»
Michele Manzotti
Tagged Pistoia Blues, The National