(Rootsy Records / Ird)
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Se non siete estranei all’arte di David Lynch e vi dovesse capitare di ascoltare le prime note di “When My Man Comes To Town” a notte fonda – magari su un’autostrada – l’effetto potrebbe essere inquietantemente familiare. Il buio ed il deserto sono infatti parte dell’immaginario di Hege Brynildsen, cantautrice norvegese alla sua terza prova discografica. In realtà è solo la prima traccia ad essere permeata di una decisa atmosfera gotica, mentre il resto del disco prosegue su stilemi folk più tradizionali, con un misto di sonorità elettriche ed acustiche che furono la cifra stilistica dei Cowboy Junkies, tra i tanti. C’è però la particolare voce di Hege a fare la differenza, un’ ipnotica fusione di eterea fragilità e glaciale potenza che richiama indiscutibilmente il suo sangue scandinavo. E’ un timbro speciale, che conferisce un carattere distintivo a tutto il lavoro, anche nei momenti in cui la scrittura sembra farsi più convenzionale. Ecco allora brillare, come fuochi fatui nel lungo inverno nordico, una serie di struggenti ballate (“Oh Loneliness”, “A Rose I’ve Never Sung”, la magnetica “Lovely Charming Ways”), cui fa eccezione un solo brano più movimentato, la squisita ninna nanna in stile country “Lay Your Burden Down”: una linearità che non scalfisce il fascino generale del lavoro, grazie anche all’ottima prova dei vari collaboratori della Brynildsen, a loro agio con tutti gli strumenti tipici del genere.
Pietro Rubino
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