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Bluesmen sul grande schermo

The Soul of a Man


“L’anima di un uomo” è l’ultimo della lista di opere che dimostrano quanto il rapporto fra cinema e musica nella filmografia di Wenders sia profondo, dai primi cortometraggi musicali a Buena Vista Social Club. Alle spalle del film, oltre alla passione per la musica, c’è la storia d’amore personale del regista verso la vita di uno dei vecchi bluesman d’America, J.B. Lanoir, sconosciuta ai più e della quale restano poche testimonianze. L’inizio del lavoro di Wenders alla scoperta del musicista risale ai tempi dell’università, quando il giovane studente di cinematografia – come da una citazione autobiografica all’interno del film facilmente si capisce – cominciò il viaggio alla ricerca delle poche fonti rimaste sulla storia di J.B. Lanoir.

A fianco della storia di Lanoir si sviluppa quella di Skip James, vecchio bluesman presto dimenticato in vita per la scarsa fortuna discografica e poi riscoperto e riportato sul palco ormai prossimo alla morte. Per riportare in vita le storie dei due musicisti Wenders, a seguito di un lavoro di ricerca esemplare, si serve di molte e rare immagini di repertorio (Skip James all’American Folk blues festival e al Festival di Newport, i pochi ed unici filmati esistenti su J.B Lanoir), che unisce poi a spaccati narrativi girati ex novo per la realizzazione del film.

Gli è d’aiuto la competenza tecnica, con l’intuizione di girare le parti nuove in modo rapportabile a quello dei filmati degli anni trenta, così da rendere la narrazione veramente realistica. Nel caso di Lanoir, Wenders riscopre le testimonianze di coloro che sono stati a contatto con il musicista, facendo raccontare la storia ad una coppia che girò le uniche immagini rimaste del bluesman con lo scopo di realizzare, all’epoca, un filmato televisivo.

Documentario dettagliato quindi, ma anche racconto narrativo che si muove attraverso le sfortunate vite dei due musicisti, quella di James, giunta al termine poco dopo la ritrovata notorietà, e quella di Lanoir, precocemente stroncata da un incidente automobilistico. A confermare l’alto livello del lavoro di Wenders giunge la collaborazione di un cast di musicisti di fama internazionale che reinterpreta le canzoni di Skip James, da Lou Reed a Nick Cave, da un emozionante Marc Ribot a una toccante Bonnie Raitt (che dedica il brano a Skip, “wherever you are”), a conferma di un lavoro vissuto in maniera personale oltre che professionale.

Giulia Nuti


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