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Bruce Springsteen – Devils & Dust
(Columbia /Sony)
www.brucespringsteen.net



Don’t miss Devils & Dust, a masterpiece in which Springsteen is at his “acoustic best”

Ecco che il Boss è tornato. Devils & Dust ce lo presenta in veste acustica e senza l’affezionata E-Street Band. L’ultima volta lo avevamo visto impegnato in un disco acustico nel 1995 con The Gosth of Tom Joad, ma questa volta Bruce supera se stesso. L’album che ci propone è pura poesia, fa venire i brividi mentre si addentra tra le pieghe più profonde dell’anima americana. Si capiva bene anche ascoltando il primo singolo, Devils & Dust, il miglior brano dell’album, lanciato nelle radio e subito ingiustamente criticato dallo zoccolo duro dei fans springsteeniani. D’altronde questo tipo di critiche non sono una novità, specialmente all’uscita di un singolo acustico. Avevamo lasciato Bruce nel 2002 con The Rising, mentre incitava l’America a risollevarsi dopo l’episodio delle torri gemelle. Il produttore di questo disco è lo stesso di The Rising, Brendan O’ Brian, e ciò traccia una linea di continuità con l’album precedente che rispecchia una consuetudine ormai assodata di Bruce, cioè quella di scegliere i collaboratori bene una volta e instaurare poi con loro un rapporto di continuità (si vedano alcuni dei musicisti della E-Street band, oppure la violinista Soozie Tyrell chiamata in causa anche per questo dico). Da allora, dicevamo, alcune cose sono le stesse, ma il panorama circostante è decisamente cambiato. Sono intercorsi anni di guerra e di una linea politica dura a cui lo stesso Bruce si è opposto, per vedere poi che tutto restava come prima. Di fronte a questo Springsteen reagisce come sempre, cioè imbracciando la sua sei corde di rabbia. Ma come è solito fare - e qui sta uno degli aspetti notevoli dell’album – nonostante l’assenza della E-street Band e nonostante l’introspezione, ad una linea malinconica Bruce preferisce una linea “bittersweet” , che tra i brani acustici lascia spazio ad aperture elettriche come Long Time Comin’ e All The Way Home o agli interventi di violino di Soozie Tyrell. Agli stati d’animo incerti e pervasi dal senso di pericolo dei suoi personaggi - forse in questo momento più realistici che mai - Bruce reagisce con una grande carica di energia, che ci fa andare automaticamente oltre la questione se sia meglio Springsteen acustico o elettrico. Certo ascoltare Sprinsteen acustico ogni tanto ci piace, perché in questa veste si scende nell’essenza più autentica delle canzoni così come nascono. Inoltre Devils & Dust presenta una grande varietà interna, sostenuta da una discreta capacità di variare gli arrangiamenti e, prima ancora di ciò, da un’ottima capacita del Boss di variare il modo in cui si accompagna con la chitarra. Una godibilità e una armoniosità, nella sua concezione complessiva, che probabilmente va oltre quella di The Rising, nonostante la diversa disponibilità di strumenti a disposizione. A completare il tutto, un dvd bounus con Bruce dal vivo e con il suo personale commento a questo lavoro. Assolutamente non perdete Devils & Dust !

Giulia Nuti


La recensione di Ernesto de Pascale

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