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INTERVISTA AD ALESSANDRO HABER
Salvatore Esposito: Com'è nata l'idea di realizzare uno spettacolo ispirato all'opera di Charles Bukowsky e successivamente anche due canzoni del nuovo disco?
Alessandro Haber: L'idea è nata in modo non preordinato, sono quegl'incontri magici, casuali dettati da quell'energia che in qualche modo ha accumulato in questi anni. Da quando ho deciso di mettermi in gioco con la musica con Locasciulli, che mi scopre, mi fa debuttare e mi produce il primo disco. Da allora ho sempre desiderato cantare, ho capito che era un mezzo che mi apparteneva, l'ho sempre pensato ma non mi ci sono mai buttato fin quando non è successo. E' come una droga, è una necessità. Per tre anni ho portato in giro uno spettacolo dal titolo "Tango d'amore e di coltelli" un concerto fra Borges e Piazzolla, dove cantavo dei pezzi scritti da Borges e da Ferrer su musiche di Piazzolla. Uno spettacolo magico con un gruppo che si chiama Il Bario, di Avellino, siamo stati in giro per tre anni con lo stesso regista Gaglione, con L'Archivolto che l'ha prodotto e poi questo gruppo Velotti-Battisti Ensamble ha visto lo spettacolo, mi hanno contattato, mi hanno proposto una cosa che non mi piaceva. Dopo un anno mi chiama Luca Velotti, il sassofonista, per chiedermi se ero interessato ad aprire la stagione Parmense al cortile Saffi, due estati fa. Mi hanno proposto un reading su Bukowsky. L'idea mi è piaciuta da subito, e infatti mi hanno dato un sacco di roba da scegliere. E tre, quattro mesi prima li ho scelti lasciandomi guidare dall'istinto. Questa si, questa no, questa non lo so mettiamola lì. Ho lasciato lì tutto e mi dissi tanto è una lettura. Il giorno della recita ho preso il treno e dopo quattro mesi ho riletto in treno quello il tutto. Arrivo a Parma, alle sette facciamo un soundcheck, conosco gli altri elementi, alle nove c'erano mille persone. L'assessore alla cultura ha un certo momento mi ha chiesto di introdurre la serata con un breve discorso, e parlando di me ha cominciato ad esaltarmi e ha concluso il tutto dicendo: Chissà stasera Haber come ci sorprenderà. Mi sono detto: Come faccio a sorprenderli?? Non ho mai provato. Sul palco si è scatenata una voglia incredibile di dare al mio pubblico, è stata una serata magnifica, il pubblico in delirio, una critica magnifica su tutti i giornali. Così ho capito, per sbaglio la potenza del connubio Bukowsky-Haber, Haber-Bukowsky. Ho subito chiamato L'Archivolto e abbiamo prodotto lo spettacolo per l'anno dopo, questo è il secondo anno che siamo in giro con questo spettacolo, un grande successo. Uno spettacolo magico, una grande simbiosi, tra me e charles. Ho fatto musicare quattro poesie da un giovane musicista, Fulcheri, e due di queste canzoni sono nel disco.
SE:Lei ha parlato di simbiosi con Bukowsky, quanto c'è di Bukowsky in lei e quanto riesce ad interiorizzarlo?
AH:C'è in tutte le cose che faccio, ho trovato una sorta di complicità, a metà strada tra le cose che lui mi da e le cose che do io, cercando di trovare una verità, un anima al personaggio. Cerco di mettere le mie esperienze, il mio percorso, le cose che ho incamerato in questi anni, e tirarle fuori volta per volta magicamente, non so come. E' una strana magia. Bukowsky era un tipo che diceva, ma come d'altra parte ho sempre detto anch'io, del successo e del denaro non me ne frega un cazzo, quello che conta per me è esprimermi con il mio lavoro. Certo se arriva il successo non è che dici, no vaffanculo. Le donne le ha amate come le ho sempre amate io, e come le amo tutt'ora. Lui amava i cavalli, io ho giocato a carte, ho perso, senza però arrivare al fondo, con distacco, però ho perso grosse cifre. Non so l'alcool, chi non ha bevuto? Mi piace bere. Abbiamo una serie di cose in comune. La musica ad esempio, lui adorava la musica classica, ma anche il jazz. Poi questa cosa che aveva di dire sempre quello che pensava di farsi dei nemici, era sfrontato, era sarcastico, era ironico. Anch'io ho questo modo mio di agire, non ho peli sulla lingua, ho sempre pagato di persona le mie espressioni. Però non devo nulla a nessuno così come non deve nulla anche lui a nessuno. Le persone le guardo in faccia, non mi sento però una persona arrivata, mi sento una persona felice nel senso che sono stato benedetto da qualcuno, nel senso che ho realizzato molti sogni, ne ho ancora molti altri da realizzare, ho inventato un modo nuovo di fare spettacolo. Ad esempio Tirabassi sta facendo una cosa molto simile al Brancaccio, dove canta, recita, con un gruppo. Ho apero una strada diciamo.
SE: Quanto c'è di teatrale nel suo modo di fare musica?
AH: Io per non dar fastidio a nessuno, dico che sono un interprete, io canto, canto a modo mio. Come hai considerato Tom Waits? Un cantante no? Eppure parla...Cosa vogliono allora? Facciano come vogliono? Un cantante può fare l'attore e un attore non può fare il cantante? Nel nostro bagaglio deve esserci anche la musica. In America nessuno vedrebbe la cosa come qualcosa di strano. Lo stesso vale per la Francia. In Italia invece c'è tua paurosa tendenza a settorializzare...e quindi...beh vadano affanculo...
SE: Lei ha parlato della collaborazione con Locasciulli, cosa ci può raccontare anche della collaborazione con De Gregori?
AH: Non la chiamerei collaborazione. De Gregori è uno che mi stima e viceversa. La Valigia Dell'Attore l'ha scritta pensando a me, due anni dopo l'ha rifatta anche lui. Certo tramite Locasciulli ci siamo riavvicinati, ma lo conosco da tempi non sospetti. Quando frequentavo Nanni Moretti, abbiamo fatto anche delle partite a pallone, c'era anche Francesco. Poi l'ho conosciuto un po' meglio con Mimmo, quando ha sentito come cantavo, ha detto ah caspita che voce che ha Haber. Anche se stasera non ne ho molta. Ho preso freddo in questi giorni durante le prove di allestimento. Poi ha scritto un altra canzone, Qualcosa da Dichiarare per il secondo cd, che è meno bello, ci sono due tre pezzi molto belli, come ad esempio Insieme A Te Non Ci Sto Più. Il mio sogno è quello di fare dei concerti come chansorier. Ho un produttore, un tour manager, mancano le piazze, ma vedremo per questa estate di fare qualcosa.
SE: Com'è nata invece la collaborazione con Fulcheri?
AH: È nata perchè lui era con la De Sio. Sono stati insieme per cinque anni. Io sono stato insieme a Giuliana venticinque anni fa, ci frequentiamo ancora, e lei me lo ha presentato. Siamo diventati amici, e abbiamo fatto in modo che venisse fuori qualcosa di interessante. Ha scritto anche le parti strumentali del mio film Scacco Pazzo.
SE:...Come l'ultima canzone del suo nuovo disco...
AH: Si certo lì era in veste strumentale.
SE: Lei ha scritto il testo di Fernando cosa ci racconta di questa nuova esperienza da autore?
AH: No...è un divertissment, non è la canzone che amo di più.
SE: Qual'è la canzone che ama di più del nuovo disco?
AH: La mia lettera, mi piace molto, insegna ad amare la vita, ad avere dignità verso l'uomo e anche Uomo Qualunque, che però è venuta missata male.
SE: A volte gli errori rendono più umano il disco...
AH: Si certo...molto bella è anche le contraddizioni dell'amore
SE: Ha parlato del giocare a carte, è nelle sale in questi giorni La Rivincita di Natale che è la ripresa di un filmo di diciotto anni fa. Cosa è cambiato rispetto ad allora?
AH: Tante cose sono cambiate, a me è rimasto lo stesso entusiasmo di una volta, anzi, nel frattempo aspetto un figlio, che nascerà a luglio, e già quello. Il muro di Berlino, nascite, guerre, l'uomo che sempre di più harakiri, la disintegrazione di questa terra, si vive più a lungo, o meglio si dovrebbe. Sono passate le rughe, siamo invecchiati.
SE: È stato bello ritrovarsi insieme?
AH: E' stato bello ritrovarsi con un personaggio, a cui siamo affezionati tutti, era il mio primo film da co-protagonista che facevo. Per Diego anche. Pupi Avati è una persona squisita, conosceva sia noi come uomini sia i personaggi, per cui c'era un clima eccezionale allora come adesso.
SE: Non è stato dunque il solito remake...
AH: Non è un ramake, ma una continuazione, l'ho suggerito io ad Avati, che fine hanno fatto questi amici che hanno rotto quest'amicizia. Regalo di Natale, era più solido, più compatto, tuttavia questo è un ottimo film essendo solo una continuazione.
SE: Lei è un artista che fa molta utocritica.
AH: Si certo, con l'autocritica sono cresciuto moltissimo come artista e come uomo.
SE: Parliamo delle sue letture...
AH: Naaaahhhh....Leggo pochissimo, un libro all'anno. È una cosa che non so fare, peccato, mi annoio, non riesco a stare lì fermo.
SE: e dei suoi ascolti.
AH: Non compro molti dischi, ma ascolto di tutto a partire dalla musica classica. Quando sono in tournee ascolto molta radio.
SE: Cosa ascoltava da giovane?
AH: Beh ascoltavo un po' di tutto, si Dylan, i Beatles, i Rolling Stones, Gino Paolo, Tenco, Mina, Gaber, ma mentre loro erano impegnati a cantare, io ero troppo impegnato a pensare a me come artista. Tutto ciò era estraneo a questa cosa passava in seconda battuta, mi piaceva però non era di urgenza per me, come invece lo era diventare attore. La cosa più spasmodica, era quella. Io vivevo solo per andare davanti alla macchina da presa, o sul palcoscenico. Avevo quel modo di agire anche nella vita, recitavo più nella vita perchè non mi facevano fare niente, avevo diciassette anni e mezzo, quando ho cominciato. Lavorando poco, mi sdavo nella vita. La gente non capiva che volevo solo esprimermi. Mi prendevano per matto. Io volevo solo esprimermi. Ero preso da questa urgenza che per me significava espriemermi. Sono riuscito a fare con la mia vita quello che molti non riescono a fare e cioè a fare miei i miei personaggi.
SE: È tutto così istitintivo anche nella sua musica?
AH: Si...ma credo che il vero disco ancora non l'ho fatto. Vorrei qualcosa di spiazzante, vorrei fare qualcosa di particolare, si questo disco è bello ma...ancora nessuno ha capito che voglio qualcosa che rompa con certi schemi, con dei testi strani più metaforici, meno ovvi. Di ritmie particolari, diciamo qualcosa che si avvicina a Tom Waits, però con degli scarti. Chissà se riuscirò a trovare quello che cerco...
SE: È un problema di musica o poesia?
AH: Credo di entrambi. Certo Fulcheri scrive benissimo e Bukowsky lo ha aiutano non poco. Mi piace la poetica di Hank, una poetica in cui io possa mettermi a nudo. Si ecco è quello che voglio...
A cura di Salvatore Esposito
Alessandro Haber
"Bukowski (confessioni di un genio)"- lo spettacolo
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