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I’m not There un’introduzione di Ernesto de Pascale
Nel presentarvi i contributi dei nostri collaboratori, ispirati dal film di Todd Haynes “I’m not there” (Io non sono qui), vi invito a riflettere sull'opera di restaurazione, di marketing strategico e di risurrezione (sempre che ce ne fosse bisogno) compiuta da Dylan negli ultimi dieci anni. Bob ha infatti - da nulla e dal diniego più totale di qualsiasi forma di collaborazione - concesso brani per la sincronizzazione, pubblicità, samples (uno per nazione), pubblicato best of, inediti, cofanetti per collezionisti, concesso brani scaricabili in rete, partecipato a show internazionali (si pensi a quello davanti al papa), partecipato a un film, Masked & Anonymous che, se pur in modo fiction, rappresenta la sua natura e la sua personalità affiancato da grandi attori quali Jessica Lange e Jeff Bridges, dato alle stampe la sua prima autobiografia, affidato al regista Martins Scorsese il primo documentario ufficiale sulla sua vita e, oggi, concesso a Todd Haynes i diritti per un film ispirato dalle sue vicende.
Nessuno della sua generazione, ancora in vita, ha fatto bene come lui! Lo attendiamo perciò come calciante alla partita del cuore al fianco di Morandi, Mogol e Mingardi, ospite del prossimo tour di Vasco, in playback da Luca Giurato a “Uno Mattina”, intervistato da Prodi sulle pagine del Corriere, e premiato alla prossima finale del Festival Bar sul palco dell'arena di Verona dove molti anni fa per la prima volta in Italia ci fece emozionare e ci rese consapevoli di che onore abbiamo a vivere nella sua stessa epoca.
Ernesto de Pascale
I’m Not There: quando il cinema racconta l’irrealtà di un genio
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