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SPECIAL

L’allegra ciurma di Captain Mercier tra Rhythm’n’Blues e Funky

www.captainmercier.com

American Background, French Spirit. Long live Captain Mercier!
Esprit français dans la musique d’origine americaine. Ça marche!

Li abbiamo scoperti a Porretta Terme (vedi lo speciale de Il Popolo del Blues) dove per la prima volta hanno calcato un palco nel nostro paese. Eppure la storia dei francesi Captain Mercier è tutt'altro che recente: nonostante una discografia tutt'altro che vasta l'idea di questa formazione parte infatti dagli anni '70 e dal primo incontro tra il vocalist Jacques Mercier del gruppo Dynasty Crisis e del bassista Gilles Douieb della formazione Il etait une fois. Tra l’altro Mercier, nel 1967 aveva pubblicato un 45 giri con il gruppo Jelly Roll con una cover di Otis Try A Little Tenderness divenuta Je travaille a la casse, e aveva conosciuto Nino Ferrer (al quale ha dedicato un omaggio durante il Porretta Soul per i 10 anni dalla scomparsa e al quale chiaramente si ispira) durante una session in studio di registrazione.

Il nuovo progetto si concretizza nel 1989 dopo il rientro di Douieb dalle Antille dove il suo gruppo Croquitos aveva compiuto l'ultimo tour. Mercier continuava a cantare nei locali ed era richiesto per collaborazioni anche prestigiose (Johnny Hallyday, Gilbert Montagné, Sacha Distel) ma con l'esigenza di trovare dei compagni di strada che avessero come lui l'amore per il R&B. Alcuni componenti dei Croquitos si aggiungono al duo tra cui il tastierista Benoit Sourisse e il sassofonista Philippe Sellam. Una nuova stagione alle Antille (con un repertorio basato prevalentemente su classici R&B e brani dei Tower of Power) permette alla neonata formazione di conoscere altri musicisti come il trombonista Damien Verherve e il trombettista Serge Adam. Al ritorno a Parigi la formazione allargata si apre anche a un secondo cantante, Jean-Marie Marrier e a un secondo trombettista Claude Egea. Per quanto riguarda il repertorio iniziano a spuntare le prime composizioni originali oltre alle versioni francesi dei brani dei Tower of Power. Poi il nuovo apprendistato estivo alle Antille, dove tre concerti al giorno rappresentano la migliore gavetta per l’intesa della formazione.

1994: Rhythm’n’Blues (Enzo/Melodie)


Il materiale proprio è ormai sufficiente per incidere il primo album. Un disco il cui titolo è un manifesto programmatico, ma dove insieme a brani scritti in inglese, lingua naturale del genere, compare il francese le cui caratteristiche ben si adattano al suono e agli accenti del R&B. Basti pensare al primo titolo Cardiac Party, tutt’ora nel repertorio del gruppo. Ma soprattutto Rhythm’n’Blues mostra le eccellenti capacità compositive di alcuni componenti del gruppo a partire da Douieb, uomo d’ordine dietro le quinte con il suo basso (Jalouse, Serial Tower), al talentuoso Sourisse (Rhythm’n’Blouses) e a Verherve (Red Wine, I don’t care). E un buon disco d’esordio che permette alla formazione di essere notata da Henry Salvador che li porta con sé in tour. In questo periodo il chitarrista Jean-Pierre Taieb viene rimpiazzato da Richard Arame e i brani eseguiti dal gruppo virano decisamente verso il francese e atmosfere più funky.

1998:
Rien ne sert de souffrir (Enzo/Mélodie)


La nuova strada è concretizzata da questo album, il cui libretto riporta alcune frasi di apprezzamento di Henry Salvador. Il gruppo mostra una maggiore coesione strumentale con la possibilita per gli strumentisti di ritagliarsi momenti solisti. La sezione fiati si dimostra la spina dorsale del suono supportata in modo eccelso dalla ritmica (alla batteria Umberto Pagnini) mentre Sourisse ha una confidenza con l’Hammond che lascia talvolta a bocca aperta come in Le Fil Du Rasoir, brano strumentale dove dialoga con la chitarra di Arame. Marrier è un cantante che sfrutta i toni più caldi per i brani più lirici (Il faut la laisser faire). Efficace e divertente anche il brano che dà il titolo all’album composto da Douieb. Il faut rester cool è invece la traccia che lancia la ciurma verso il funky ed è un trascinante pezzo con due assoli da maestro di Sellam e Verherve. Decisamente un bell’album, ricco di spunti e assolutamente gradevole all’ascolto.

2002:
La vie en funk (Enzo/Mélodie)


Nel frattempo Marrier lascia la formazione e il suo posto viene preso dal figlio di Mercier, Charly, che senza timori reverenziali entra a pieno titolo nel suono del gruppo. Arrivano anche il nuovo batterista Andre Charlier e il trombettista Jean Gobinet che sostituisce Adam. E’ un gruppo che prevalentemente si esibisce dal vivo e in studio di registrazione entra solo quando ha le idee chiare, indubbiamente un pregio. E ha ragione perché La vie en funk è un album maturo, adatto a conquistare al primo colpo l’ascoltatore occasionale, ma anche a catturare l’attenzione di quelli più attenti che amano il genere e che non si accontentano di melodie accattivanti. Il principala asse compositivo è formato da Douieb e Sourisse che celebra se stesso in Sacre Benoit con evoluzioni da scintille sull’Hammond. Gli strumentisti a turno mostrano il loro grande valore con i fiati sia nel lavoro di insieme sia nei momenti solisti come Verherve in Les Moments Perdus e Egea in Cruel Dilemme. Mercier Jr porta qualcosa di nuovo in Le Téléphone con inserti campionati (presenti anche nella simpatica Fait le phoque di Sellam) anche se il brano è autenticamente Soul. Mentre il padre Jacques riprende dall’archivio Je travaille a la caisse, tanto per non dimenticare le origini. Risultato: premio del pubblico alle Victoires du jazz del 2003.

2005:
Captain Mercier Live! – Dvd (Enzo/Harmonia Mundi)


È stata una bella idea quella di pubblicare la prima antologia del gruppo in Dvd, dato che apprezzare Captain Mercier visivamente oltre che musicalmente è innegabile. Jacques è un animale da palco e ha fatto in modo che chi lo accompagnasse in questa avventura avesse le stesse caratteristiche. Una formazione di dieci elementi già è un elemento di spettacolo: se poi alla qualità musicale si accompagna la professionalità della presenza scenica (con gag, elementi coreografici, piccoli salti e altro) il gioco è fatto. Registrato al New Morning di Parigi, dove nel prossimo dicembre è annunciato il lancio del nuovo album, il filmato propone principalmente brani da La vie en funk, ma anche Rien ne sert de souffrir che apre il set, Il faut rester cool, Je travaille a la caisse, Cardiac Party (che chiude la serata) e anche un brano inedito come Raide Dingue. Un’ora e mezza di allegria e buona musica. Una circostanza che ci fa ben sperare per le prossime avventure del capitano Jacques Mercier e della sua ciurma.

Michele Manzotti


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