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Domenica è sempre domenica
Riflessioni del dopo Sanremo
Si fa sempre tardi ad aspettare la conclusione della serata finale del Festival di Sanremo, ansiosi di sapere chi sarà l’atteso vincitore e di tirare le fila di quella che ogni anno si rivela la manifestazione musical-televisiva più discussa d’Italia.
Ma mentre l’Italia, con flussi di auditel ad anni alterni, aspetta più o meno in trepidazione la grande notizia, c’è già chi si prepara ad affrontare un panorama quasi più caotico e movimentato del festival stesso: il giorno dopo.
Opinionisti, stampa, giurie di qualità raccolgono le forze per quella che è ormai una tradizione, una tappa obbligata, la diretta domenicale dal Teatro Ariston, mentre i reduci dal festival tirano un sospiro di sollievo e i sopravvissuti dell’Italia catodica si godono un po’ annoiati i commenti.
Una domenica che è come un lunedì calcistico, in cui tra insufficienze e santificazioni si tirano le somme sulla partita del giorno prima. Una domenica che fa sentire la sua eco anche quando la settimana nuova comincia, i tecnici smontano il palco e la gente normale torna a lavorare.
Sanremo 2007 non è stato male. La vittoria di Simone Cristicchi è stata una buona notizia. Ha vinto con un pezzo con un buon testo, un’idea alle spalle, un ritornello semplice ma che funziona. C’è stato chi non ha saputo svincolarsi dall’ombra di immobilismo che gravava sul festival, ma anche chi, per esempio, ha saputo presentare una proposta divertente e con un buon testo, come nel caso di Daniele Silvestri.
Il pensiero che ha preso il sopravvento, sulle prime, è stato che rispetto agli ultimi anni il festival avesse fatto dei passi avanti sulla via del recupero della sua autorevolezza, e che il ritorno di Pippo Baudo al timone avesse decisamente giovato.
Il giorno dopo, però, nascono degli interrogativi in più. Esco di casa e persone che non hanno seguito Sanremo mi chiedono chi ha vinto. La risposta è Simone Cristicchi, secondo classificato Al Bano.
“Al Bano? Strana coerenza musicale”, mi sento inaspettatamente rispondere.
Già, strana coerenza musicale. Il Festival da una parte premia un giovane artista come Cristicchi, con una canzone strutturalmente un po’ diversa dalla canzone sanremese classica, certo meno melodica, foriera di nuove aperture. Dall’altra parte gli affianca al secondo posto Al Bano, emblema della vocalità italiana classica, uno degli affezionati del Festival, con ben altro tipo di pezzo.
Qual è allora la direzione musicale del Festival?- viene da chiedersi dopo tutte le polemiche dei giorni precedenti. Una spinta a incentivare la “nuova scuola” o a rinvigorire quella classica?
In comune ai due brani c’è la tematica impegnata. Da una parte i matti e il dramma della reclusione nei centri di igiene mentale di Cristicchi, dall’altra l’opposizione alla guerra di Al Bano.
Terzo classificato Piero Mazzocchetti, voce lirica e un’esperienza di vita alle spalle in cui si è visto costretto ad emigrare in Germania e fare su e giù tra i due paesi (fino a otto volte al mese, racconta a Pippo Baudo nella diretta domenicale dall’Ariston) per portare i soldi a casa.
E tra i giovani? Tra i giovani vince Fabrizio Moro, con un testo tutto dedicato a Falcone e Borsellino.
Gli interrogativi sorgono, ancora una volta, soltanto la domenica, quando l’occhio e l’orecchio cadono sull’intervista in diretta da Sanremo in coda al TG1. Intervistati Pippo Baudo, Fabrizio Del Noce, Michelle Hunziker. Parla Baudo e dichiara, citando a memoria, che Sanremo 2007 ha ottenuto ottimi risultati, che gli Italiani lo hanno apprezzato e seguito e gli ascolti lo dimostrano. È stato il festival del ritorno alla canzone impegnata, la dimostrazione che il cantante non è più solo quello che sta sul palcoscenico ma è il termometro per misurare il disagio della comunità. E gli Italiani hanno apprezzato questo ritorno alla canzone impegnata sostenendo i vincitori. Conclude dicendo che Sanremo 2007 è il Festival più bello della sua vita dopo il primo festival che ha condotto.
Baudo si è decisamente esposto in questo ritorno alla conduzione del Festival di Sanremo, dichiarandosi, in veste di direttore artistico, determinato a risollevare le sorti della manifestazione.
E coincidenza vuole che a tutti i livelli del Festival si sia affermata la canzone d’autore impegnata, sancendo davvero un ritorno in grande stile. Per il Festival un bel colpo a segno, un segnale di forza, qualcosa di cui parlare bene, qualcosa su cui impostare efficacemente la comunicazione. Il Festival in questo senso è uscito dalle accese polemiche che ne hanno preceduto l’inizio senza una macchia, con dichiarazioni conclusive che non possono che rispecchiare i miglioramenti conseguiti e la buona salute della manifestazione.
Ed è qui che, ripensando a tutta la storia, nasce il dubbio. Dubbio che non ha la pretesa di essere niente di più che una domanda personale e intuitiva.
E se qualcuno non si fosse potuto permettere di sbagliare?
Alla domanda a questo punto ne segue un’altra. I cambiamenti che ci sono stati nella gestione del Festival, i ritorni al passato, le soluzioni adottate hanno giovato. Lo dicono i numeri e i responsi. Ma a chi hanno giovato ? Probabilmente al Festival. Forse meno alla musica. Da parte della manifestazione principe per la canzone Italiana non sembra che gli artisti, la musica, le canzoni siano state veramente il primo punto di interesse. O meglio: Sanremo sacrificherebbe per la musica tutto il resto? Ancora rimangono tanti vincoli, che riportano con il pensiero alla spinosa questione della dicotomia tra la manifestazione musicale e quella televisiva.
Ad ogni modo, per tutti c’è un premio di consolazione. A meno di ventiquattrore dalla fine del Festival, “la paranza” di Silvestri è la suoneria per cellulari più scaricata, 60mila i download effettivamente acquistati e più del doppio quelli richiesti. Ecco la vera frontiera del nuovo business. E se Sanremo mantiene inalterata la sua funzione di gigantesca vetrina per gli artisti, a coglierne quasi involontariamente i benefici è probabilmente Momo. Resa da Chiambretti il chiodo fisso del dopo Festival con il suo brano, scartato, “La Fundanela”, viene invitata alla serata finale ad esibirsi per un attimo sul palco dell’Ariston. Il pezzo, chissà, potrebbe anche diventare un piccolo tormentone. Lei comunque, nella rete delle coincidenze, è la co-autrice di “Che bella gente”, il pezzo con cui Cristicchi ha partecipato all’edizione 2006 del Festival di Sanremo. Cristicchi intanto si gode i meritati complimenti, e pensa ai suoi prossimi impegni: il suo nuovo album intitolato“Dall’altra parte del cancello”(Sony/BMG), il DVD documentario sui manicomi, il libro “Centro di igiene mentale” edito per la Mondadori.
Che bella gente/capisce tutto
sa il motivo/ma non il trucco
Giulia Nuti
Festival di Sanremo 2007
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